Intervista Riccardo Cresci

Intervista Riccardo Cresci

L’intervista con Riccardo Cresci inaugura un percorso di interviste fatte a coloro che si occupano dell’amministrazione di un territorio. Sindaci e Consiglieri comunali, assessori regionali e tutti coloro che in qualche modo hanno la responsabilità di quello che accade in un territorio. Il taglio che abbiamo voluto dare alle interviste è ben definito, far parlare delle bellezze ed eccellenze di un territorio, da un personaggio dell’amministrazione che quel territorio gestisce. Lo faremo in modo neutrale e trasversale, perché siamo convinti che la bellezza e la forza di un territorio è determinata anche dall’amore e dalla passione di chi ci vive, qualunque ruolo esso abbia nella comunità.

Guarda l’intervista https://youtu.be/1V1_No5mFeo

 

I  miei Girasoli.

I miei Girasoli.

Quando quattro anni fa arrivai in Maremma, lungo la strada che mi portava a Grosseto, la cosa che mi colpì sopra ogni cosa, furono le vaste distese di campi di Girasoli. Quel giallo così unico, inconfondibile, quasi ipnotico ma nello stesso tempo energizzante e rilassante. Questa mattina quei pensieri sono tornati con una dolce forza nella mia testa, mentre percorrevo in auto una strada dell’entroterra del Grossetano, diretta sul set di VVT Channel per un’intervista ad un artigiano formidabile. Sono stata rapita da un’estesa e infinita macchia gialla, una vera meraviglia della natura…“ma sì arriverò con qualche minuto di ritardo… mi godo i miei Girasoli”. Ho fermato la macchina e sono entrata in un’altra dimensione. Ed è forse per la grande capacità di far dimenticare ogni cosa a chi li guarda, creando una magia di sensazioni, che i Girasoli sono stati, i fiori più amati dai più grandi pittori di ogni tempo, in testa a tutti Vincent Van Gogh? Invito tutti a vedere uno dei suoi più famosi dipinti del 1889, conservato a Amsterdam nel Van Gogh Museum e appartenente ad una serie composta da 7 opere raffiguranti un mazzo di Girasoli all’interno di un vaso, realizzato per decorare la camera che Van Gogh aveva preparato, nella casa di Arles per il suo amico Paul Gauguin, che fa parte di una serie di 7 dipinti dedicati ai Girasoli.

Particolare è anche il significato che hanno i Girasoli nel la mitologia greca dove simboleggiano la ninfa Clizia che, sedotta dal dio Apollo, il re Sole, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e lo seguiva da lontano nei suoi lunghi viaggi in cielo. Il dio, però, ad un certo punto abbandonò la ninfa per un’altra donna. Clizia dunque rimase ferma in un campo, continuando a guardarlo, fino a che le sue gambe divennero radici e si trasformò in un girasole, immobile ma con la possibilità di continuare a seguire con lo sguardo il suo amore perduto nel suo percorso dal mattino fino alla sera. Può sembrare un racconto triste. Invece è il contrario, perché i Girasoli rappresentano nella simbologia, fedeltà e perseveranza in amore e il desiderio di trascorrere con una persona il resto della propria vita, anche se il suo significato più classico rimane quello di solarità, allegria e vivacità.

Prima di riprendere il mio viaggio… un’ultima curiosità. Non tutti sapranno che il 1 Maggio non è solo la festa dedicata ai lavoratori, ma dal 2007 è la giornata dedicata ai Girasoli. E’ una ricorrenza creata dagli inglesi, i quali in questo giorno piantano in tutti i loro quartieri, soprattutto nei luoghi particolarmente degradati, questi particolari fiori gialli, in segno di vita e rinascita. Buona Toscana a tutti.

Voglio vivere qui. A Firenze.

Voglio vivere qui. A Firenze.

Sono nata in Puglia, terra che adoro. E’ lì che da bambina sognavo di mete da raggiungere e di grandi viaggi. All’epoca, girare il mondo, era il mio unico e più grande desiderio, tanto, che quando mi ponevano la solita domanda – quella che si fa ad ogni bambino del mondo – “Cosa vuoi fare da grande?” la mia risposta era sempre la stessa: “…viaggiare e conoscere il mondo”. In effetti poi, è stato così, ma il primo viaggio, quello che non si scorda mai, è stato quello fatto al tempo in cui frequentavo le medie, alla mitica scuola Mazzini di Taranto. Dove? Ovviamente in Toscana. E’ stata quella la prima volta che ho visto Firenze. Letteralmente folgorata. Ricordo, che passeggiando con le mie compagne di classe su Ponte Vecchio, dissi loro: “Io voglio vivere qui”.  E cosi è stato. Lasciata la Puglia, andai a Firenze, la città dove avrei vissuta per la prima volta da sola, dove mi sarei formata da adulta e che mi sarebbe stata affianco a confortarmi nelle scelte che mi hanno portarono poi a vivere per molti anni all’estero. Abitavo all’ultimo piano di un splendido palazzotto storico, con una vista spettacolare sulla piazza di Santa Croce. Firenze e la Toscana le definisco le mie calamite, perché alla fine ovunque nel mondo io sia, mi riportano a sé. Sono tornata da 5 anni in Toscana. Questa volta prima per un anno nella splendida Val d’Orcia e poi a Grosseto, dove vivo ancora, in Maremma.

 “Maremma!” Quante volte ho ascoltato questa esclamazione. Per esprimere sorpresa, disappunto o per rinforzare un concetto. Alcuni pensano, derivi dal latino “Maritima – Contrade marittime”, altri invece – tra questi ci sono anch’io – pensano che derivi dal castigliano “Marisma” che significa “Palude”. Ricordiamo che un tempo questa bellissima terra di toscana, era un vero inferno, per anni un susseguirsi di paludi, paludi e ancora paludi. Aria malsana e zanzare e tanti morti di malaria, finchè, nel 1859 è iniziata la bonifica che ha trasformato le paludi maremmane in un posto di vita, meta conosciutissima da tutti. 5.000 chilometri quadrati, tra coste, colline, valli, paesaggi meravigliosi, lunghissime spiagge, boschi, pinete, borghi medioevali… e tanta storia, cultura e bellezza artistica.

In questa mia rubrica vi parlerò delle storie di persona e di luoghi che hanno reso famosa in tutto il mondo la regione Toscana… proverò a dare il mio piccolo contributo ad alimentare e comunicare arti, artisti e artigiani della regione italiana più sognata da tutto il mondo mondo e dagli italiani.

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